Perché è un bravo ragazzo
Amichevole a Trino
Perché è un bravo ragazzo. Se aggiungi quel che sai “di tuo” alle informazioni dagli esperti nel settore “centrali di difesa” tutti dicono che Elia Legati – contratto d’un anno con i Leoni – è un bravo ragazzo. Il che non sottrae di certo nulla, anzi amplifica, la qualità complessiva, soprattutto quella tecnica, d’un giocatore che a 29 anni compiuti quasi 30, ha girato diverse compagini – dalle Giovanili del Fiorenzuola nel 2001 a quelle del Milan e poi prestiti a Legnano, Monacò nel Principato, Novara, Crotone, Padova, Carpi, Venezia ed ora Pro. Nell’ultima stagione, Legati è stato protagonista con il Venezia, esatto, e lì ha collezionato 30 partite, 1 goal, 11 cartellini gialli ed un’espulsione diretta. Anche i bravi ragazzi s’arrabbiano e quando s’arrabbiano si fan sentire – cose che non dovrebbero capitare ma succedono in molte partite – ahimè – come due anni fa negli spogliatoi dopo la sconfitta casalinga del Padova contro il Trapani, presunto bestemmione di Legati sentito dai collaboratori della Procura Federale e squalifica per un turno. Ottima impostazione tecnica individuale e ottimo senso della posizione, piede destro, un paio di presenze in Under 19 ed Under 20 una decina d’anni fa, tignoso in campo e determinato, dal 2010 Legati soffre una fase costante e calante di valore personale tecnico economico. Infatti è passato dagli 850mila euro, 4 anni fa con il Padova, ad oggi, un trecentomila più o meno come Ciccio Cosenza. Di certo conteranno molti elementi che predispongono all’armonia di gioco e del giocatore, lo spogliatoio, l’ambiente circostante, l’equilibrio in campo. A questo punto toccherà al centrocampista, ci manca ancora nell’album delle figurine un centrocampista di qualità e categoria, dalla LegaPro ma con esperienza in B o da qualche altro luogo del globo terracqueo, anche una sirena. Ma non abbiamo dubbi che firmerà per la Bianca Signora un altro bravissimo e preparatissimo ragazzo. Il nostro Diesse saprà farsi valere nel definire i movimenti di mercato restanti. Anche a lui, al nostro Diesse, dobbiamo la promozione di due anni fa, la salvezza di quest’anno e la speranza che riesca ad allestire con qualche spicciolo una rosa adeguata. E’ bello ma non è così facile lavorare in un ambiente che non è passionale e numericamente ampio come La Spezia, non è Reggio Emilia e non è neppure una piazza di B considerata a tal punto importante che – non appena sentito pronunciare Pro Vercelli – i giocatori sotto osservazione corrono a firmare il contratto. Ma è una piazza per bravi – e abili – ragazzi in una città dove un manipolo d’Innamorati ha ancora il cuore attaccato alla squadra di calcio. Può accadere qualche volta di lamentarsi, ma alzi la mano chi non lo ha mai fatto alla fine di una partita. per il Fato cinico e baro, per il volere d’un destino che ha guidato la fallace, sbagliatissima decisione umana. Portiamo pazienza – anche quando nascono possibili trascurabili incomprensioni e non burattini di legno dal naso estensibile – nel meraviglioso mondo del calciomercato, cristallino e dove non esistono le menzogne. Mondo pallonaro in cui – da qualunque operatore che giura e spergiura sulla testa di genitori e figli la qualità del calciatore e la fattibilità dell’operazione – compreresti non solo un’auto usata ma un centrocampista, una punta, un difensore a garanzia totale contro il fuoco infernale. Andiamo avanti, fin a partire da oggi giovedì per l’amichevole Trino vs Pro alle ore 17 a Trino, ingresso 5 euro, gratis sotto i 14 anni. Dopo la firma due video, uno per i bravi ragazzi senza età e tutti i calciatori della Pro, l’altro – contemporaneo – per i bravi ragazzi descritti qua e là nel testo, ovvero quelli che alcuni cattivissimi tifosi e commentatori identificano in certi altri calciatori non della Pro che per fortuna non abbiamo mai conosciuto e non conosceremo mai. Infine, per la sezione Vecchi Leoni per sempre, Niccolò Belloni è andato alla Ternana, raggiunge così Zampa e Busellato, due che erano stati in odore di Pro ma cheppoi hanno scelto Le Fere.
Paolo d’Abramo