Il Punto di Paolo d’Abramo/ Lontano dal Sant’Andrea l’incantesimo trasforma i Leoni in topolini bianchi

Sabato al Robbiano Piola arriverà il Bari di Devis Mangia

Con la sconfitta di Lanciano per due a zero è di cinque punti in sei partite il bilancio dell’ultimo mese di gare. Pari con il Frosinone, sconfitta a Carpi, vittoria casalinga con lo Spezia, zero punti a Brescia, pari al Robbiano Piola di fronte al Perugia e sconfitta a Lanciano. Sono, a mio umile avviso, due le variabili che incidono sulla positiva marcia interna dei Leoni, il fattore campo che imbarazza non poco i nostri avversari e favorisce noi, oltre al leonino pubblico che spinge i ragazzi e non è una favola, l’incitamento si sente e serve, eccome. Ci sono poi alcuni giocatori che, e di questo ne sono convinto al di là delle opinioni dei lettori, fuori casa rendono meno. Uno tra tutti è Ronaldo, capace di trascinare i suoi sul verde sintetico di casa, inadatto perfino a tirare una punizione decente (ieri sera l’unica opportunità è stata concretizzata con uno sputo sulla barriera ospite) in campo avverso. Questione di mentalità più che di fiato. Vi prego, non ho scritto che Ronaldo è stato il peggiore, non lo penso, ma è evidente che c’è un problema di vis agonistica, di uomini veria questo proposito un grandissimo applauso agli Innamorati che si sono sciroppati centinaia di km per vedere la Fidanzata – che quando escono di casa dovrebbero essere capaci di fronteggiare avversari indiavolati e bravi per ben due volte ad uccellare, più o meno con lo stesso schema, la nostra difesa, (anche senza “porte chiuse” agli allenamenti credo esistano i video delle partite precedenti, oppure  Mammarella è il nostro babau). Una delle critiche che i commentatori ed i tecnici esteri fanno più frequentemente al calcio italiano consiste nel fatto che qui da noi ci si preoccupa più di bloccare le iniziative avversarie che di impostare un gioco prevalente, lo so che ci vogliono gli uomini ma qualche volta il coraggio e le gambe aiutano.  Ho visto ieri sera la Virtus Lanciano un paio di volte sulle ripartenze arrivare con tre passaggi dalle parti di Russo mentre il gioco farraginoso dei nostri impediva, con il possesso di palla, di lanciare saette umane verso Nicolas. Prima che la linea difensiva tutta, soprattutto gli esterni, si spostassero in avanti per un tentativo di pressione passava un minuto e mezzo malcontato. L’incantesimo alla rovescia del Robbiano Piola, senza aspettare mezzanotte,  trasforma in topolini bianchi i Leoni che escono dalle mura della città mentre in via Massaua il cocchio dorato porta reti e bel gioco e non zucche, nè di Cenerentola nè di Halloween. Sabato arriva il Bari, se non una corazzata almeno un cacciatorpediniere guidato da Devis Mangia, talora a corto di carburante, in altri casi con munizionamenti a salve, 16 punti in classifica, 16 reti fatte e 13 subìte, fuori casa una vittoria a Catania per 3 a 2, una sconfitta a Varese per 2 a 1. Il Bari si schiera con il 4-3-3 e nell’ultima gara interna, uno a uno il finale di fronte al Pescara aveva questi in campo: Donnarumma, Salviato, Contini, Rossini, Defendi, Wolski (61′ De Luca), Romizi, Donati, Stevanovic, Galano, Caputo. A disposizione Guarna, Micai, Ligi, Filippini, Minala, Stoian, Partipilo, Stoian, Rozzi. Non siamo così visionari da chiedere seriamente alla Pro un campionato d’avanguardia ma ci permettiamo di sperare nel raccolto d’una manciata di punti fuori casa senza i quali la salvezza si rivelerà un’impresa superiore anche alle forze d’un bellissimo Principe Azzurro.

Paolo d’Abramo