Il Punto di Paolo d’Abramo/Umili e affamati di gloria
La vittoria a Cittadella ci permette di recuperare una parte di quella media inglese che era stata compromessa dalle sconfitte di Avellino e Modena. Nella logica dell’obiettivo play off questo è un ragionamento che fila alla grande, di certo non previsto alla vigilia di Campionato neppure dai più ottimisti. Dopo i mal di pancia iniziali soprattutto quando abbiam provato a mangiar fuori, sembra che la Pro abbia trovato la formula di ritmo, armonia, come un Varenne qualsiasi. Insomma, più che una compagine operaia, un gruppo di figlioli che in gioventù non avevano mostrato quella classe innata che invece possiedono. Tranne qualcuno, tipo Bani o Umbertino, che hanno fatto vedere fin da subito la pasta e il ripieno. La vittoria di Cittadella è il trionfo dell’orgoglio bianco, quando tutto sembrava ormai volgere al pari. Troverei ingeneroso procedere alla compilazione delle pagelle, tutti bravi da Russo sempre attentissimo a Beretta, però per Giacomo una menzione speciale, un goal spettacolare e complesso, sorrido se ripenso a quello che si mangiò Mingatti a Vigevano, un’altra vita, altri giorni che molti di quelli che mi stanno leggendo non hanno vissuto. Bravo anche Cristiano che ha saputo fare turn over e decidere i cambi al momento opportuno, ma anche per tanti altri motivi che non elenco per ragioni di spazio. Una Pro che gioca all’inglese, fisica e veloce, una serie di onde e folate di mistral, un monsone occidentale quando si scuote in avanti. La Pro massimizza le occasioni, in Veneto solo il lampo di Marchi da destra per Giannino ha l’onore di chiara occasione da rete non realizzata. Poi dite pure quel che volete ma su Di Roberto nel secondo tempo c’era un rigore dietro l’altro, nello spazio di 30 secondi. Resta da registrare, se proprio vogliamo fare i pignoli, la concentrazione in fase difensiva fino all’ultimo. Ma insomma, di che ci lamentiamo? Ci aspetta ora al Robbiano Piola il Frosinone, il 4-4-2 di Stellone, formazione ambiziosa ma noi non temiamo nessuno. Diciamo la verità, il Citta, ed anche in questo caso potete scrivere quel che volete, punta ad una posizione medio-alta, più o meno come l’Avellino. Che poi non vi siano piaciute, è perché la Pro ha fatto il suo. È anche per questo che possiamo puntare in alto, oltre le umiltà della vigilia e del percorso in atto. Vercelli deve ora rispondere, perlacarità, non mi aspetto molto da una città sparagnina e gretta, certo che l’attuale momento richiederebbe una mobilitazione d’entusiasmo come non mai, siamo secondi in B, non traccheggianti in Lega Pro con le infondate ambizioni di chi è appena caduto e non ha la forza di rialzarsi.
Paolo d’Abramo