Ritorna lo Zar, Pietro Iemmello in maglia bianca per ripetere l’Impresa.
Pietro Iemmello arriva a Firenze nel 2006, ha 14 anni ed ha giocato prima d’allora nel Catanzaro Lido. Pulcini, Giovanissimi, i mister che Ti restano impressi per tutta la vita. In Toscana è il salto nel calcio nazionale. Bene, l’umile cronista può pacificamente affermare che oltre agli allenatori che hanno saputo vedere in lui, bimbo con un sogno, il campione e farlo crescere ce ne sono due che hanno dimostrato di saper tradurre al meglio le potenzialità del fuoriclasse. Nella Fiorentina Renato Buso lo ha fatto esplodere, Iemmello è stato pilastro nella squadra che vinse – stagione 2010/2011- la Primavera Tim Cup. Ciccio Braghin lo ha gestito come meglio ha potuto negli anni di Vercelli. Prima Stroppa e poi Mangia nello Spezia, in avvio di stagione Aglietti ed a subentro Calori nel Novara non lo hanno ritenuto funzionale e utile ai loro schemi. Quest’incipit per dire che Cristiano Scazzola si trova ora costretto giocoforza a ragionare sull’impiego d’un ragazzo d’assoluto pregio calcistico ma prima di tutto non ancora ristabilito dalla distorsione alla caviglia di qualche settimana fa e destinato a fare sovrabbondanza numerica in un reparto che vede davanti Kuqi, Marchi, Greco, Fabiano. Già sento le voci dei tifosi e le disquisizioni su prime e seconde punte, trequartisti ed esterni adattabili. Bene, Marchi da una vita giocava come seconda punta e Cristiano lo ha trasformato in goleador, grazie all’acume ed alla disponibilità tattica di Ettorino. E questo solo per esempio. Iemmello torna a Vercelli – passando lungo la direttrice Novara-Spezia – per giocare, non aveva altra scelta e non l’aveva neppure la Pro, costretta a ricevere il biglietto vincente della lotteria. Ti capita una fortuna, non devi avere dubbi ad interpretare in modo diverso la bontà del Fato. Pietro ritorna a Vercelli per ri-esplodere. E non venitemi a raccontare dei suoi goal inutili in maglia bianca o dell’atteggiamento che appare svogliato. Pietro Iemmello è tecnicamente d’una spanna superiore a tutti, di certo a tutti gli attaccanti avversari in questo Girone A di Prima Divisione in cui prevalgono gli spessori dei parastinchi portati per prevenire i calcioni che sovente ricevi. E sono certo che Pietro dimostrerà d’essere superiore e lotterà per ripetere l’Impresa. Eppure rischia di non trovar posto da subito. Intanto perché di certo non è al 100% della sua forma fisica – e chi ha visto Statella domenica forse avrà ricordato il serio infortunio – sommessamente citato dall’umile cronista – che ha colpito l’esterno da poco Leone. Ma non solo, perché dovranno essere le alchimie tattiche di Scazzola (di certo Cristiano le saprà formulare) a stabilire l’equilibrio (non le gerarchie, l’equilibrio) in un gruppo che, a mercato ancora in corso, è di numero abbondante in offesa, con un centrocampo di corridori ed incontristi, contato e quasi adattato nella retroguardia. Un ultimo riferimento storico, Pietro Iemmello ritorna a Vercelli, pochi giorni dopo che Matteo Guazzo è approdato a Chiavari. Guazzo nel maggio 2012 non giocò in campo neppure un minuto con la maglia rossoblu nella formazione allenata da Davide Dionigi. Iemmello disputò la prima semifinale al Robbiano Piola, tuffo di Espinal e il Robbiano Piola esplode. Il resto è Storia. Facciamo che si ripeta.
Paolo d’Abramo