Il punto di Paolo d’Abramo/13 – Pro così non va, serve una pronta reazione per scacciare i fantasmi
Dopo una sconfitta come quella maturata contro il Feralpisalò emergono diverse sensazioni che si mescolano tra loro. Inquietudine che si sfoga ai microfoni e sui forum di internet, dubbi sulle responsabilità (Allenatore? Giocatori? Tifosi? Campo di gioco? Avversari?) e punti interrogativi sulla reale forza della Pro. Insomma ci era andata bene fino ad ora oppure siamo scivolati per resuscitare nel giro di cinque giorni? Eh sì, per come si sono sviluppati gli eventi, oggi abbiamo giocato il primo tempo d’una gara che vedrà i secondi novanta minuti venerdì in serale contro l’Albinoleffe. Da come andrà quella gara si capiranno molte cose, la reazione innanzitutto, del mister, della squadra e del pubblico. Se tutto scorrerà per il meglio allora ritornerà ad esprimersi con dolcezza e passione l’Amore – peraltro sempre presente – dopo la bufera (sempre di passione), altrimenti è prevedibile qualche ulteriore scossone, al momento l’umile cronista non ne conosce ancora gli effetti. Ma torniamo alla gara contro il Feralpisalò. Scazzola cambia modulo, si gioca con il trequartista e si perde. Tre interditori a centrocampo sono meno di quattro e la squadra va in sofferenza senza – più di tanto – pungere. Cancellotti è in evidente difficoltà ed anche Scaglia fa fatica. Gli avversari, tutti ma proprio tutti, sanno bene come gioca la Pro e prendono le contromisure – qualunque sia il modulo – perché l’atteggiamento dei bianchi rossoneroscudati è sempre quello. Sotto pressione anche contro il Feralpi, con tutto il rispetto per i bresciani del bravo Beppe Scienza. Ma non si riparte, non si va sulle fasce. E quando s’imposta arriva il lancio lungo dei centrali difensivi. Non vorrei che l’Albinoleffe venerdì ci asfaltasse, e dopo l’Albinoleffe il Savona del sanguigno Ninni Corda e poi quelle che verranno dopo. I tifosi che si sobbarcano tanti chilometri sfogano il nervosismo, non sono abituati alla Scala del Calcio della Serie A, anzi alcuni nel loro peregrinare hanno anche incontrato luoghi con un prato ed un cartello su cui c’era scritto “ingresso unico dieci mila lire”. Ma i tifosi guardano già le partite in uno storico Teatro Sportivo che è il Robbiano Piola. E quando qualche artista stecca magari fischiano, rumoreggiano anche quando a loro avviso stecca il regista o il direttore di scena, cioè il mister, scegliete Voi lettori il ruolo che meglio si attaglia. Può accadere, siamo tutti mortali. Fermo restando il necessario rispetto e l’educazione, nessuno è intoccabile, proprio nessuno. Gli amanti dell’Arte, Lirica o pedatoria, pagano il biglietto, applaudono o fischiano, qualche volta sono delusi perché si aspettavano di più ma non chiedono la restituzione del denaro speso per la loro Amata. Qualche volta dicono che la Pro non ha gioco, l’umile cronista scrive che ha tanti punti in classifica, spesso ha avuto spunti di luce ma altrettanto frequentemente ha notato che i giocatori sembrano non mordere l’anima degli avversari, non sa se ciò accade per esigenze di copione o mancanza di nerbo, e resta perplesso. Non si possono più sporcare le maglie bianche perché adesso c’è l’erba sintetica ma sputare l’ultimo respiro prima di cadere esausti al novantesimo più recupero questo sì, perché altrimenti si ferma la magia bianca a Vercelli, la carrozza si ritrasforma in zucca e gli artisti compensati – che poco prima apparivano creature semidivine spinte dalla forza espressa dai tifosi presenti intorno – sono improvvisamente visti come mercenari senza arte, almeno l’avessero per nascondere la finzione, per esempio quella d’un saluto – che dovrebbe essere di cuore e non solo dovuto – al triplice fischio. Si può perdere, si deve qualche volta perdere per ritornare a contatto con la realtà ma occorre rialzarsi subito, riscattare l’orgoglio, gioire e scusarsi per l’inciampo accaduto. Questo vale anche quando la trama predisposta non fila come dovrebbe, tanti nodi avvolgono lo sviluppo degli eventi e lo spettatore si perde. Le parole, anche quelle colorite, sono certo vogliano essere di sprone e non di critica fine a se stessa. Quanto al resto, tutto come prima, restiamo secondi. L’Entella perde in casa con il Lumezzane con un risultato inusuale, 5 a 4, , il Vicenza in dieci uomini secca il Venezia, ribaltando lo svantaggio e mettendo in bilico la panchina di Dal Canto, il Savona pareggia in casa con la Cremonese. Settimana di conclusione del mercato, da qui a venerdì si attendono novità.
Paolo d’Abramo